venerdì 28 marzo 2008

A PROPOSITO DELL'ALLUVIONE DI NUOVA EDILIZIA CHE HA QUASI TRAVOLTO IL QUARTIERE TALENTI E LE ZONE LIMITROFE

Riceviamo ancora una volta dall'amico Marcello Paolozza segnalazione di un interessante articolo, a proposito dell'alluvione edilizia piombata in anni recenti sul nostro quartiere;
l'articolo è di Edoardo Salzano, ed è stato pubblicato sul sito eddyburg.it, di cui al link originale sotto riportato:
http://eddyburg.it/article/articleview/10930/0/15/
RIPORTIAMO DI SEGUITO L'INTERESSANTE ARTICOLO


Non esiste una vocazione ad essere suoli edificabili
Il centrosinistra del tempo di Prodi 1, di D’Alema e di Prodi 2 ha allegramente trascurato l’urbanistica (quella che oggi viene chiamata “governo del territorio”). Non parliamo di Berlusconi, il quale ha rovesciato il tavolo e ha dichiarato che l’urbanistica deve essere privatizzata. La sinistra ha fatto finta di niente.
Nel frattempo, sono germinate, ed hanno attecchito, le credenze più stravaganti, spacciate per verità indiscutibili. Parliamo di termini come “vocazione edificatoria” dei terreni, di “diritti edificatori” di cui sarebbero beneficiari determinati proprietari premiati da un vecchio PRG, parliamo di “perequazione”, “compensazione” e simili, tutte espressioni finalizzate a rafforzare l’idolum fori che il diritto di proprietà di un’area comprenda la potestà di edificare. Le istituzioni ufficiali della cultura del settore, a partire dall’Istituto nazionale di urbanistica, si sono tranquillamente accodate a queste credenze, contribuendo anzi a costruirle.

Chissà quanto volte un comitato di quartiere o una sezione di un’associazione ambientalista ha chiesto al Sindaco di modificare, con un nuovo piano urbanistico o con una sua variante, la destinazione di un’area edificabile per trasformarla in un parco o un’attrezzatura pubblica. E chissà quante volte il Sindaco, o il suo delegato “competente”, ha replicato che no, non si poteva fare, perché a quell’area era stato assegnato un “diritto edificatorio” che non poteva essere tolto. E ancor oggi, c’è chi parla di “vocazione edificatoria” di un terreno”, come se qualche divinità lo avesse chiamato (“vocato”) a divenire la base di un edificio.
Tutto falso. Benché negli ultimi anni frammenti sparsi di leggi abbiano indebolito i poteri della Repubblica nei confronti della proprietà, ancor oggi le previsioni dei piani urbanistici si possono modificare: non solo quelli generali (come il PRG), ma anche le lottizzazioni già stipulate, con il solo rimborso delle spese legittimamente e documentatamente sostenute dai proprietari. Basta argomentare, da parte del comune, le ragioni del cambiamento. In genere non mancano.

Edoardo Salzano,