sabato 12 giugno 2010

ANCORA A PROPOSITO DEL TENTATIVO DEL GRUPPO BONIFACI DI OTTENERE LA MODIFICA DELLA DESTINAZIONE DEGLI ULTERIORI 55 MILA METRI CUBI DI EDILIZIA COMMERCIALE A PIAZZA MINUCCIANO-PARCO DELLA TORRICELLA, IN RESIDENZIALE: IL REFERENDUM INDETTO DAL PRESIDENTE BONELLI DEVE SERVIRE A RIBADIRE IL FORTE NO DEI CITTADINI A QUESTA VARIAZIONE

TORNIAMO SULLA VICENDA DEL TENTATIVO DEL GRUPPO BONIFACI DI OTTENERE LA MODIFICA, NELL'AMBITO DEL PROGRAMMA DI RECUPERO URBANO ART. 11 (LEGGE 493/1993) FIDENE - VAL MELAINA,  DELLA DESTINAZIONE DEGLI ULTERIORI 55 MILA METRI CUBI DI EDILIZIA A PIAZZA MINUCCIANO DA COMMERCIALE  IN RESIDENZIALE: IL REFERENDUM INDETTO DAL PRESIDENTE BONELLI DEVE SERVIRE A RIBADIRE IL FORTE NO DEI CITTADINI A QUESTA VARIAZIONE !

Una bella eredità di Francesco Rutelli e Walter Veltroni, che l'ha fatto approvare nel 2008
Rivediamoci qualche considerazione del 2007, prima della definitiva approvazione del famigerato P.R.U. Fidene Val Melaina, sulla cementificazione di Piazza Minucciano, dal sito dello storico Comitato Parco delle Betulle (vedi : http://parcodellebetulle.splinder.com/ ):

Questo sopra e' il grafico del Piano Territoriale Paesistico: serve ad individuare le aree di valore ambientale e storico dei quartieri.
L'area in alto a sinistra segnata con la sigla TOc/10 a righe orizzontali e' quella compresa tra il Parco delle Betulle, Fidene e la ferrovia Roma-Orte.
L'area in basso a sinistra segnata con la sigla TOb/12 a righe orizzontali e' quella compresa tra Piazza Minucciano e la Stazione FS Nuovo Salario.

Se confrontate questo grafico con la tavola di assetto riportata qui sotto, noterete che il progetto di costruzione n° 5 (Betulle) e quello n°8 (Piazza Minucciano)"
(DEL P.R.U. FIDENE VAL MELAINA, POI FATTO APPROVARE DALLE GIUNTE VELTRONI IN COMUNE DI ROMA, E MARRAZZO IN REGIONE LAZIO)  " sono stati localizzati proprio sulle aree di valore ambientale.
Il cemento sulla splendida collina dietro Piazza Minucciano rischia ancora di sottrarre a tutti gli abitanti un polmone 
verde e un'area. E' un nostro diritto chiedere che venga salvaguardata la salute e la bellezza dei quartieri!!!

Introduzione

Il Municipio IV del Comune di Roma figura in una Guida d’Italia - Natura Ambiente Paesaggio del 1991. Una foto riprende gli insediamenti di via Colli della Serpentara; i palazzi sono ripresi dalla campagna antistante.
La didascalia che affianca la foto non è di gran vanto per il IV Municipio: “L’Urbe si espande: anonime e desolate periferie colano su quella che fu la campagna romana.
Malgrado anni di studi urbanistici e di simposi sulla nuova sensibilità al paesaggio, il destino dell’urbanistica romana sembra proseguire sulla via già segnata dalle precedenti speculazioni: la via del profitto facile e cieco.
Pare impossibile immaginare che un giorno profitto in termini ragionevoli, rispetto delle persone e dell’ambiente (che, nei fatti, sono la stessa cosa) e scienza urbanistica vadano d’accordo.
Per parlarvi di come il profitto di pochi privati sia stato il motore dell’intervento edilizio “PRU Fidene - Valmelaina”, abbiamo fatto ricorso anche a fonti legislative e tecniche. Ma ci piace ricordare che innanzitutto la questione fondamentale è la maniera di considerare la terra.
Riguardo a questo il PRU è spudoratamente offensivo verso il territorio e i suoi abitanti, dal momento che non è solo un qualsiasi programma di urbanizzazione, ma si fregia del titolo di “recupero urbano” e mirerebbe, in teoria, a riqualificare le periferie.
Questo Programma di Recupero Urbano, come altri interventi di questi ultimi dieci anni, è un intervento deciso dall’alto. Ricorda una di quelle scene cinematografiche di film di guerra, nei quali viene rappresentato il capo supremo con i generali mentre spostano pedine su un grande plastico e progettano il prossimo attacco.
La progettazione urbanistica ha bisogno non solo di tavole e grafici, ma soprattutto di occhi per guardare dal vivo, per guardare ciò che è vivo in città. Si pensa in termini di “standard urbanistici”, di “compensazioni qualiquantitative”, di “riconnessione di tessuti urbani”, ma non è si ancora trovato il linguaggio adatto per dialogare col paesaggio.
Il paesaggio , secondo il modello urbanistico corrente, è ancora un oggetto da addomesticare. Malgrado sia chiaro che, in una metropoli, la salvaguardia del paesaggio originario, con i suoi esseri viventi non addomesticabili, sia la miglior medicina contro il caos cittadino, l’odierna Amministrazione Comunale intende spezzettare il fragile sistema ambientale del IV Municipio, continuando a lottizzare il terreno residuo alla vecchia maniera e geometrizzando la natura in parchetti tutti uguali e iperantropizzati.
Se nel centro storico della città è sanzionato persino l’atto di appoggiarsi su una statua di valore storico o fotografare con il flash un dipinto, ovvero prodotti umani con qualche secolo di vita, in periferia è permesso cancellare disposizioni geologiche molto più antiche, far sparire valli, fossi e strade di vecchia data, includere antiche mura fidenati all’interno di una villetta.
Quando gli abitanti del IV Municipio hanno cominciato a identificarsi con l’aspetto dei luoghi in cui vivono e si muovono, ecco che dopo appena venticinque anni dalla realizzazione degli insediamenti di Serpentara e Vigne Nuove (nati all’inizio degli anni Ottanta) il paesaggio viene stravolto, disarticolando anche quella decente trama urbanistica concepita all’inizio degli anni Ottanta fatta di ampi spazi verdi, necessari se consideriamo la mole di certe edificazioni tutt’altro che a misura d’uomo.
Il Programma di Recupero Urbano Fidene - Valmelaina è il colpo di grazia che si vuole portare all’ambiente di questa zona di Roma.
Senza alcun pudore, il PRU si insinua nel cuore dei quartieri, sottraendo ai residenti le uniche aree verdi residue, gli ultimi scorci di paesaggio capaci di far ricordare a tutti che siamo ospiti dell’ambiente, che questo posto ci accoglie e non viceversa, che questa è una parte di campagna in cui sono sorti diversi insediamenti umani (con palazzi, strade, parcheggi), che questo è l’ambiente che abbiamo incontrato quando siamo nati qua o dal momento che siamo emigrati da altri posti.
Questo è l’ambiente al quale siamo affezionati.
  Cos’è un PRU
Nel 1993 il Governo nazionale emana un decreto - legge, il n.493, che comprende alcune disposizioni per “la semplificazione dei procedimenti in materia edilizia”.
All’articolo 11 di questo decreto troviamo i Programmi di Recupero Urbano.
Perciò questi programmi sono chiamati anche “articoli 11” oppure “PRU”, seguiti dal nome della periferia interessata (per es. Art.11 Laurentino oppure PRU Laurentino).
Cosa dice questo articolo 11?
- Vengono destinati dei fondi per la realizzazione di interventi al servizio prevalente dell’edilizia residenziale pubblica.
- I programmi di recupero urbano includono la realizzazione, l’ammodernamento e la manutenzione della città, il completamento delle edificazioni previste in passato e mai realizzate, il risanamento degli edifici, tutto grazie a una collaborazione di pubblico e privato.
Insomma, i cosiddetti Articoli 11 sarebbero uno strumento per risanare le nostre città, con opere pubbliche che la migliorino davvero.
Ma, quindi, a chi tocca, secondo questa legge, realizzare questo risanamento?
 E come si attua questa collaborazione tra pubblico e privato?
Secondo l’articolo 11 i programmi di recupero urbano sono da realizzare con risorse pubbliche e private e possono essere proposti da soggetti pubblici e da privati, sia su terreni comunali che su terreni di privati.
Le ultime righe dell’ultimo comma di questo articolo 11 sono particolarmente interessanti: i recuperi urbani avranno “particolare cura riguardo alla tutela dei lavoratori dipendenti e delle categorie sociali più deboli”.
Una legge che sembra fatta apposta per correggere gli errori del passato ed aiutare le persone in difficoltà.
 
Quale è il guadagno per i costruttori?
I costruttori ottengono delle varianti al piano regolatore su terreni sia di loro proprietà che del Comune (i quali, nella grande maggioranza dei casi, erano in precedenza destinati all’edilizia popolare e ai suoi servizi, alle attrezzature di quartiere, ai servizi pubblici e al verde), e, in cambio l’Amministrazione Pubblica incassa dei contributi straordinari da destinare a opere pubbliche.
Il contributo che i costruttori devono versare al Comune, viene notevolmente ridotto, nel caso che il privato si impegni a realizzare direttamente un’opera pubblica, oppure se cede una parte del proprio terreno al Comune.
Le cifre spese per le opere pubbliche realizzate direttamente dai privati sembrano gonfiate (vedi tabelle), al solo scopo di ottenere un forte sconto sul contributo che il costruttore deve versare al Comune per costruire.
Sono state addirittura finanziate opere pubbliche, per le quali sono stati già spesi dei soldi pubblici nel recente passato.
Naturalmente un altro profitto per i costruttori viene dai tempi sapientemente ritardati con cui si muove l’urbanistica romana: dalla data di approvazione del Programma Preliminare ad oggi , sono passati ben 7 anni, un periodo sufficiente a far lievitare i prezzi d’acquisto delle future abitazioni.
Come si arriva al PRU Fidene - Valmelaina
Come mai sono passati ben otto anni dall’emanazione del decreto parlamentare del 1993 alla sua definizione, avvenuta solo nel 2001?
Vi presentiamo una breve storia dell’iter legislativo del Programma di Recupero Urbano del IV Municipio.
Della sua lentezza, ne hanno beneficiato soprattutto i costruttori e i proprietari dei terreni, i quali hanno visto incrementare, in questi dodici anni, il valore dei propri progetti, poiché, in tutti questi anni, il valore dei terreni e delle future abitazioni è cresciuto. A tutto vantaggio dei proprietari fondiari e dei costruttori.
E a danno della comunità.
Si è adottata una vecchia tecnica dell’urbanistica romana: si “congelano”, anche per decenni, dei terreni interni ai quartieri, per poi edificare quando il terreno ha acquistato valore ed è ormai ben situato in mezzo a un mare di altre case e strade.
E’ il procedimento che Italo Insolera così bene descrive nel suo Roma moderna, una miniera d’informazioni sulla storia urbanistica capitolina e sulla speculazione edilizia..
Scrive Insolera, riguardo al boom edilizio del secondo dopoguerra:
Il proprietario di una grande area comincia a cedere alla collettività un pezzo del suo terreno, di solito scelto in modo che strade , fogne, acqua, luce, gas, autobus, per arrivarvi debbano attraversare anche tutti gli altri pezzi non ceduti. E’ questa la “utilizzazione provvisoria” che consente al proprietario di veder salire rapidamente al livello voluto il valore dei suoi terreni. E’ ovvio che il proprietario non cede in realtà un bel niente non solo perché cede 10 e conserva 90, ma perché  con quel regalo i 90 varranno ben presto 180.”.
Nel febbraio 1994 il Comune di Roma, il Ministero dei Lavori pubblici e la Regione Lazio stanziano un finanziamento pubblico per il recupero urbano
Il resto dei soldi da investire verrà dai contributi che il privato deve versare al Comune per poter edificare.
Gli ambiti d’intervento sono individuati dal Comune di Roma nel febbraio 1995 e interessano 12 zone, tutte periferiche:
Fidene - Val Melaina, San Basilio, Tor Bella Monaca, Acilia, Laurentino, Corviale, Magliana, Valle Aurelia, Palmarola - Selva Candida, Primavalle - Torrevecchia, Labaro.
A questo punto il Comune deve predisporre dei programmi preliminari, poi approvati nell’ottobre 1997, e indire un bando di confronto per selezionare le proposte private più meritevoli e più rispettose dei requisiti.
Nel febbraio del 1998, la Giunta Comunale, con la delibera n.571, modifica il bando di confronto per la selezione delle proposte private e sposta il termine valido per la presentazione dei progetti dal marzo 1998 a giugno 1998.
Cosa è cambiato rispetto al primo bando?
Con il nuovo bando i privati possono presentare delle proposte (cioè altre edificazioni) anche su aree comunali che non erano state selezionate all’inizio. Insomma, il Comune, nel febbraio del 1998, il Comune di Roma ha pensato di avere un eccesso di aree verdi e così permette ai costruttori di scegliere altre aree comunali, oltre a quelle prescelte dal Programma preliminare. Naturalmente a patto che “queste altre aree messe in gioco siano dismesse o non utilizzate” dagli abitanti.
Chi passeggia quotidianamente nel Parco Bonaventura di Fidene, non pensa che la zona sia inutilizzata o dismessa...
Inoltre, il Comune ha pensato bene di concedere un’area comunale (proposta privata n°7, fra il supermercato Coop e il viadotto Gromchi) e un’area dell’ex Istituto Case Popolari (ora ATER), nonostante fossero scaduti ampiamente i termini previsti per la presentazione dei progetti, e cioè il 30 giugno del 1998.
Bene, nel novembre la Giunta Comunale nomina una Commissione tecnico - consultiva, formata da esperti interni ed esterni all’Amministrazione comunale e da un rappresentante della Regione Lazio.
Questa commissione, dopo sette mesi di lavoro, nel luglio 1999 valuta la qualità urbanistica delle proposte private con dei punteggi e presenta una graduatoria, che osserveremo in seguito.
Per ora ci limitiamo a riportarvi un commento scritto di Elio Piroddi, Presidente della stessa Commissione, sulla qualità degli interventi privati: ”Dall’esame risulta che le risposte del tutto pertinenti, come possono ritenersi quelle interne alle aree dei Piani di Zona realizzati o ai loro margini, sono assai poche  e salvo rare eccezioni, modestamente significative. Se si volesse perseguire in modo prioritario questa finalità sarebbe evidentemente necessario un dispositivo più efficace di incentivazione dell’operatore privato e una presenza più attiva dell’operatore pubblico.” (dall’estratto del verbale della deliberazione n.1946 della Giunta Comunale, Relazione del Presidente della Commissione tecnico-consultiva, Considerazioni relative alla qualità della partecipazione).
Inoltre, la Commissione comunica le prescrizioni e gli eventuali adeguamenti, allo scopo di formare il programma definitivo.
E così, prima di formare il programma definitivo, c’è ancora tempo per migliorare gli interventi privati, cioè le edificazioni, o di cancellarli, nel caso questi non rispondano a certi requisiti tecnici.
Nel PRU Fidene - Valmelaina qualcosa cambia. E sorgono altre perplessità.
Per esempio, la proposta privata 3C, che proponeva una multisala cinematografica nel Parco delle Sabine, viene ritenuta incompatibile.
La ditta costruttrice (Monaco spa), però, viene ugualmente premiata con delle cubature da aggiungere a un altra edificazione privata del PRU (sempre della Monaco spa,  poco più a nord).
Di solito le compensazioni hanno luogo quando un progetto è approvato e non viene realizzato per motivi di interesse generale..
Inoltre, nel dicembre 1999, l’Amministrazione Municipale richiede ed ottiene il reinserimento di una edificazione commerciale, la numero 9, che era stata bocciata per le sue “soluzioni progettuali  gravemente carenti sotto il profilo urbanistico ed architettonico ed inoltre non consegue nessuno degli obiettivi  del programma”. La destinazione dell’area passa da non residenziale a residenziale privato...
L'11 gennaio 2001, il Programma definitivo di Recupero Urbano Fidene - Valmelaina viene approvato dal Consiglio Comunale a larga maggioranza (29 voti favorevoli, 3 contrari, 1 astenuto).
Come nasce il movimento antiPRU
Questo è il racconto di un pasticciaccio brutto a Via Della Serpentara..
Nel 2003-2204, una valle bellissima, di proprietà comunale, con un’antica strada lastricata (Via della Serpentara, che collegava via Lina Cavalieri alla Stazione FM1 Nuovo Salario) e una ricca vegetazione che ospitava la fauna locale (volpi, falchi e altre specie), è stata sommersa da oltre 100mila metri cubi di vari detriti: terra di riporto, calcinacci, grossi pezzi di calcestruzzo e altro materiale di risulta, travi di ferri, tubi di gomma, terreno maleodorante, umido e dal colore verde, anche con un fastidioso e penetrante odore simile a quello del gasolio e dell’alcool.
Diversi camion hanno trasportato incessantemente, giorno dopo giorno, quei detriti, che poi sono stati “spalmati” da una ruspa sulla vallata, sommergendo alberi, strada e animali.
Dove una volta gli abitanti passeggiavano su una strada affiancata da piante di fico , ora c’è una sterile distesa dove non crescono neanche le erbe più coriacee.
All’entrata del cantiere c’è ancora un ridicolo cartello abusivo, secondo il quale una certa ditta Cremisini dovrebbe sistemare la zona a parco.
Malgrado tantissimi abitanti abbiano chiesto il blocco dei lavori al Municipio IV, ai Carabinieri e alla Polizia Municipale, lo scarico di detriti è continuato, perché ogni autorità ha ripetuto ai cittadini che “ci sono i permessi”. Come se un permesso bastasse a giustificare lo scempio.
Alcune persone hanno anche seguito i camion, che, nel frattempo, con i loro numerosi passaggi, hanno creato veri e propri solchi sulle strade vicine. I camion, almeno quando sono stati pedinati, provenivano da via Guido Reni, dove si stava demolendo un edificio, precisamente una vecchia caserma.
Lì i camion sono stati visti caricare i materiali di risulta e viaggiare verso Serpentara, scaricando il loro contenuto nella valle.
I residenti hanno denunciato il fatto alla Procura di Roma e diversi abitanti sono tornati periodicamente a protestare in municipio, ottenendo risposte vaghe ed elusive anche dall’attuale assessore all’ambiente.
Nessuna interrogazione è stata presentata dal Consiglio Municipale per far luce sull’accaduto. Una foto della discarica è stata mostrata al Sindaco di Roma Walter Veltroni, durante una sua visita al Municipio IV, ma dal Comune di Roma non è giunta nessuna reazione.
Anzi, purtroppo alcuni cittadini hanno saputo di un consigliere comunale, il quale si sarebbe vantato dell’intervento, cioè della discarica, attribuendosene la responsabilità diretta.
Un’altra informazione certa è che l’Ufficio Giardini, nella persona del sig. Lesti, si è dichiarato responsabile per il permesso concesso alla ditta.
Successivamente il sig. Lesti, assieme a un consigliere municipale, Mario Canino, ha incontrato un comitato di residenti sul luogo della discarica, affermando che è lecita e che non sarà rimossa, anzi, che è stata utile perché tanto “la valle era sporca di rifiuti lasciati li’ da cittadini incivili, e a volte ci andavano”, sempre per esprimerci con le parole del dott. Lesti, “extracomunitari e barboni”.
E così l’Ufficio Giardini del Comune ha pensato bene di risolvere il problema della pulizia delle aree verdi, del disagio sociale e dell’immigrazione scaricando oltre 100mila metri cubi di materiali inquinanti, ricoprendo una bellissima vallata tutelata dal Piano Paesistico Territoriale.... 
Dopo mesi di scarichi, guidati non da un direttore dei lavori ma da un residente compiacente (che dice al ruspista come e dove mettere la terra), i camion hanno smesso di depositare detriti, anche perché la valle era stata ormai oscenamente colmata.
E’ solo a questo punto che è arrivata la Sovrintendenza Archeologica, che ha effettuato degli scavi di controllo in punti lontani dal luogo di scarico, poiché il suolo originale era sepolto ormai parecchi metri sottoterra.
Dopo gli inutili saggi, la Sovrintendenza ha abbandonato il posto, lasciando però delle ampie e profonde buche nel terreno, che spesso vengono colmate dalle piogge, creando seri rischi per chi ci accosti. L’area infatti non è mai stata recintata.
L’ultima allarmante notizia riguarda l’accertamento della presenza di amianto nel materiale scaricato.
l cittadini riescono, con fatica, a consultare alcuni grafici, nel tentativo di capire quale fosse la destinazione urbanistica prevista per quella valle. I grafici osservati sono, per un caso, proprio quelli del PRU Fidene - Valmelaina....
Gli abitanti capiscono, così, diverse cose da quel grafico:
- che esiste qualcosa chiamato Programma di Recupero Urbano Fidene - Valmelaina,
- che la valle era destinata dal PRU a diventare parte di un “parco naturalistico” (Parco della   Torricella), anche perché tutelata dal Piano Paesistico Territoriale;
- che per finanziare la valorizzazione di quella vallata vengono sacrificate al cemento altre aree verdi circostanti; che la cementificazione del PRU tocca ben 460mila metri quadri di aree verdi del IV Municipio, alcune, come il collinone tra il Parco delle Betulle e Fidene,  frequentate da persone non solo del quartiere".
Il Recupero Urbano nel contesto del IV Muncipio:
da città giardino a giardino di cemento
Nei quartieri della IV Circoscrizione vivono attualmente oltre 250mila persone (il 7,3% dei cittadini romani, la percentuale più alta), in prevalenza tra i venti e i cinquant’anni, mentre gli ultrasessantenni  sono solo il 15%
Coloro che devono uscire dal municipio per recarsi al lavoro o alle scuole, sono costretti ad attraversare gli scarsi punti di comunicazione con il resto della città: Piazza Sempione, viadotto delle Valli, via Prati Fiscali, il ponticello di Villa Spada. La mobilità è una parola sconosciuta per gli abitanti.
Il trasporto pubblico è in condizioni pessime: il nuovo filobus servirà solo ad inquinare di meno, senza cambiare nulla in termini di qualità del servizio e di frequenza delle corse.
Le nuove edificazioni (Piano Bufalotta, nuovi centri commerciali, Piano Casale Nei, Articoli 11) sono state concepite senza un serio piano dei trasporti e solo con generiche promesse di prossimi collegamenti: è una dura legge dell’urbanistica romana; prima si fanno i palazzi e poi, forse, le strade.
La cura del trasporto pubblico su rotaia è rimasta uno slogan: il trenino metropolitano è spesso affollato fino all’inverosimile.
Il progetto di tramvia Fidene - Cinecittà, promosso da oltre quaranta associazioni di quartieri di vari municipi, è stato recentemente mortificato dall’Amministrazione Comunale e le stesse associazioni stanno promuovendo una raccolta firme per costringere il Comune a deliberare sulla questione.
Infine, malgrado alcuni amministratori si lamentino spesso del taglio delle risorse economiche destinate ai Comuni dal Governo nazionale, l’Amministrazione locale trova i soldi per nuovi passanti sotterranei per il trasporto privato (Appia Antica, Pineta Sacchetti e, proprio nel nostro municipio, il collegamento sotterraneo Bufalotta - viale Kant), ma non per nuove linee di metropolitana pubblica. 
Naturalmente al taglio delle risorse economiche destinate agli enti locali, si affianca anche
la cattiva amministrazione dei soldi pubblici (vedi i 60mila euro spesi qualche anno fa per il Crazy Truck, una manifestazione carnevalesca di pessima qualità senza alcun seguito).
Se quei soldi fossero stati utilizzati per acquisire nuove aree verdi, oggi la comunità avrebbe una zona di verde pubblico in più.
Per quanto riguarda l’inquinamento acustico, solo nell’ultimo anno, l’Amministrazione capitolina ha pensato bene di ricorrere solo quest’anno ad un laboratorio mobile sperimentale (fornito da Rfi - Rete ferroviaria italiana), per calcolare l’impatto delle attività umane sulle nostre orecchie.
Finalmente l’analisi dell’inquinamento acustico è stata eseguita in una zona popolosa ma sempre esclusa dai rilevamenti, Borgata Finocchio, con risultati allarmanti: si sono registrati picchi di 75,6 decibel nelle ore diurne (il livello di rumore per legge è pari a 65) e di 74,7 nelle ore notturne (il limite è di 55). Un livello troppo alto di decibel è causa di patologie cardiache oltre che di disturbi di tipo nervoso.
Non è migliore la situazione dell’inquinamento atmosferico. Ancora una rilevazione in Borgata Finocchio ha fatto risultare come anche il limite giornaliero delle polveri sottili (35 microgrammi per metro cubo) sia ampiamente superato: le analisi del Treno Verde in questa zona di Roma hanno rilevato 57 microgrammi per metro cubo nel marzo scorso (articolo del 9/3/2005 sulla cronaca romana de L’Unità)
Lo sviluppo urbano dell’ultimo cinquantennio ha trascurato i servizi culturali e sociali.
Poco è offerto al municipio più abitato di Roma, a parte i nuovi centri commerciali a Bufalotta con la multisala cinematografica. Poco è offerto alle associazioni culturali che, senza particolari compromessi “politici”, offrono arte, film, musica, teatro e incontri, cercando di supplire alla totale mancanza di luoghi di vera aggregazione.  
Riguardo allo stato dell’ambiente nel IV Municipio, il primo dato da fornire è la superficie totale del verde nei quartieri: 343mila metri quadri (di cui 100mila vengono dall’arredo stradale e dalle aree di sosta).
Dato che alla data del censimento 2001 il municipio era abitato da 214mila persone, il verde per abitante risulta pari a 1,6 mq. (dati forniti dall’Assessorato alla Tutela Ambientale del Comune di Roma).
Considerando, poi, i dati forniti dal Servizio Giardini del Comune di Roma, veniamo a conoscenza del fatto che sono presenti nelle aree pubbliche 12784 alberi, ovvero 1 albero ogni 18 abitanti.. Il 76,77% di questi alberi non vive nei parchi e nei giardini, ma sono quelli vedete lungo i marciapiedi o negli spartitraffico.
Insomma, il Municipio IV sembra essere passato dall’essere la città - giardino, secondo la definizione coniata negli anni ’30, ad essere un giardino di cemento.  Stiamo qui adottando il titolo di un romanzo di Ian Mc Ewan, “Il giardino di cemento” per l’appunto, scritto da un autore molto caro all’attuale Sindaco di Roma Walter Veltroni, uno dei suoi lettori più famosi.
Nel romanzo, un piccolo giardino domestico, spontaneo e affascinante, viene soffocato col cemento da un padre che ha paura di ogni forma genuina di natura. Egli decide di trasformare il grazioso cortile in un giardino soffocato da piastrelle con vialetti ordinati e senza erbacce, tristi e senz’anima.
Il giardino di cemento è l’obiettivo di un uomo spaventato dalla spontaneità e dalla forza vitale della natura.
Egli tenta, invano, di soffocare le aspirazioni dei figli e della moglie a una vita libera da condizionamenti e da un ordine eccessivo, così come cerca invano di sopprimere quelle che, immeritatamente, vengono chiamate “erbacce”.
E’ in questo quadro urbano che si inserisce il Programma di Recupero Urbano.
Analizziamo ora quali erano i buoni propositi del Programma e quale è stata la sua reale applicazione.
 
PRU Fidene - Valmelaina: immobildream o incubo urbanistico?
Nella Relazione  introduttiva del Comune di Roma - Dipartimento Politiche del Territorio, si precisa che gli obiettivi del PRU Fidene - Valmelaina riguardano il miglioramento di tre “sistemi”: il sistema insediativo, il sistema della mobilità e il sistema ambientale.
Per questo motivo si intende finanziare con soldi pubblici (fondi regionali e comunali) una serie di opere pubbliche ritenute “prioritarie”.
Tali opere sono il collegamento viario Fidene - Villa Spada, la ristrutturazione di quattro scuole, la realizzazione di un parco archeologico a Fidene. Senza dubbio, soldi spesi bene.
Anche altri interventi pubblici sono considerati “prioritari” dall’Amministrazione.
     Questi, però, vengono finanziati con i soldi incassati dai costruttori.
Le opere finanziate in cambio di nuove edificazioni sono le seguenti:
nuove piazze a Tufello, a Vigne Nuove e a Fidene;  due parchi archeologici a Serpentara  e Vigne Nuove; un parco a carattere naturalistico “che integrerà gli insediamenti pubblici di Serpentara con quelli di Nuovo Salario”; il completamento della strada tra Casal Boccone e Val Melaina (poi abbandonato)
Bastano queste opere “prioritarie” a giustificare altre centinaia di migliaia di metri cubi di cemento in IV Municipio?
E pur ammettendo che questi interventi siano “prioritari”, perché sono stati aggiunti altri interventi di ordinaria amministrazione, che portano con sé altri metri cubi di cemento?
Il teorema del recupero urbano, opere pubbliche in cambio di nuove cementificazioni, già vacillante nel suo pensiero teorico,  risulta poi completamente sballato quando si va a leggere il territorio con l’esperienza viva degli abitanti. E con l’analisi attenta della retorica di chi progetta i cambiamenti del territorio, ma di quel territorio non  conosce neanche un centimetro quadrato.
Per l’appunto, come è possibile scrivere che è prioritaria “la valorizzazione delle caratteristiche dell’area” e poi nei fatti si trasgredisce il vincolo archeologico assoluto imposto dalla Sovrintendenza sulla collina tra Serpentara e Fidene?
Perché il Nuovo Salario sarà “integrato” a Serpentara da un parco, mentre “la riconnessione di tessuti urbani” avviene col cemento in altre zone?
Perché viene sacrificata un’area verde di proprietà comunale a Vigne Nuove (via Cervi, casaletto con le pecore), per realizzare una piazza di fronte a Largo Fratelli Lumiere (costo dell’opera 3 miliardi di vecchie lire), sempre su suolo comunale?
infine,  perché consolare i residenti di Serpentara (che perderanno le loro passeggiate sui sentieri del Collinone), denominado il nuovo parco in zona Fidene “Parco archeologico di Serpentara”? Anche questo uso improprio della toponomastica la dice lunga sullo spessore culturale di questo intervento.
 
Come il PRU sconvolge il “sistema imsediativo”
Nelle intenzioni di chi ha approvato il PRU Fidene . Valmelaina, sarà possibile, grazie all’intervento privato, risolvere i  problemi che riguardano il “sistema insediativo”:
- l’assenza di luoghi centrali (piazze, assi stradali, parchi) dotati di servizi ed attrezzature;
- la carenza di servizi e il mancato completamento delle urbanizzazioni secondarie negli insediamenti residenziali pubblici;
- i problemi di connessione viaria tra le parti dell’ambito e il resto della città;
- la rete di trasporto pubblico inadeguata; assenza di linee di trasporto pubblico ad alta velocità
E’ davvero ambizioso questo PRU!
Peccato, però che queste siano solo le intenzioni....
Riguardo all’assenza di luoghi centrali e di aggregazione, il PRU più che offrine, li sottrae a numerosi abitanti del IV Municipio.
La collina posta tra Serpentara e Fidene, dimora di numerose specie animali e di una varietà botanica incredibile per una zona all’interno dei quartieri, con i suoi sentieri e il suo punto panoramico, verrà scempiata dall’edilizia privata.
Il caso del collinone è un piccolo compendio di interventi illegittimi.
Infatti, in questo intervento privato sembrano dimostrate le tesi del Comitato, secondo cui vengono trasgrediti vincoli archeologici assoluti e relativi, tutele paesistiche, norme amministrative e tecniche. Per questa specifica analisi sulla regolarità del PRU, vi rimandiamo allo studio in appendice.
Per ora, quello che interessa comunicare è che il privato sottrae a residenti anche di altri quartieri  il gioiello verde di Fidene e Serpentara, insediamenti sovraffollati e dalla bellezza scadente.
Insomma, anziché creare, si distrugge un luogo di aggregazione, un oasi di pace in cui rifugiarsi.
E se in cambio il privato, oltre ai metri cubi “privati” , offre un centro anziani nei quartieri anagraficamente più giovani del IV Municipio, in realtà sottrae a giovani e anziani “la camminata in collina”, un esperienza condivisa dalla comunità per decenni.
Anche in altri casi, vengono eliminate vere e proprie centralità dei quartieri.
La collina soprannominata “il Sagittario”, dietro Piazza Minucciano, sarà occupata da un centro commerciale, da sistemarsi in contiguità di un grande supermercato, inaugurato pochi anni fa.
La polisportiva di via Monte Resegone al Tufello e il vicino centro anziani rischiano di sparire, dopo che già un altro campo di calcio storico del quartiere Val Melaina, il campo Coccia, ha fatto spazio negli anni ’90, a un grande palazzo. Il Campo Coccia era l’ultimo fazzoletto di terra rimasto scoperto lungo la direttrice via Monte Cervialto - via Isole Curzolane.
Anche il fazzoletto di terra posto tra via Cavriglia e via Prati Fiscali sarà cementificato, poiché il già vasto Ateneo Salesiano pensa di aver bisogno di altro spazio.
Riguardo alla carenza di servizi e alla mancata urbanizzazione, c’è parecchio da eccepire sui rimedi del PRU.
E’ da sottolineare come le varianti al piano regolatore apportate dal PRU siano tutte a vantaggio del privato.
Infatti, dopo il Recupero Urbano, le aree destinate a “attrezzature di quartiere” diminuiscono di 12.760 metri quadri rispetto ai precedenti piani di zona, fatti sapientemente decadere nella speranza di una variante più appetitosa.
Anche le aree previste per “servizi pubblici” perdono 12.434 mq.
I “servizi privati” non sono però in calo, anzi riescono a guadagnare anche un migliaio di metri quadri.
Affrontando lo studio delle varianti da edilizia economica e popolare (o suoi servizi) a edilizia privata, sorge il fondato dubbio che coloro che approvarono questo PRU Fidene - Valmelaina, non abbiano mai letto il testo della legge nazionale, la 493/93, che regola i Programmi di recupero Urbano.
Vi ricordate? Si parlava all’inizio del nostro libro bianco di “tutela dei lavoratori dipendenti e delle categorie sociali più deboli”. E’ l’ultima frase dell’ultimo comma dell’articolo 11 della legge.
Bene, con il PRU spariscono 144.522 metri quadri destinati all’edilizia popolare ed economica e ai suoi servizi.
Oltre a cancellare aree in cui si sarebbero potute costruire case a prezzi e affitti abbordabili per le categorie economicamente più deboli, il PRU elimina anche zone che erano state saggiamente lasciate per i servizi necessari a degli insediamenti popolari così popolati.
E’ anche logico che finora gli spazi verdi che costeggiano le mostruose “torri” di via Conti fossero stati lasciati a verde: sarebbe uno scempio urbanistico accostare altre case a  questi mostri architettonici, e poi proprio su aree destinate inizialmente agli abitanti.
Indubbiamente l’edilizia privata può ben ringraziare il PRU. Le nuove abitazioni vengono già vendute “sulla carta” a 4.000 euro al metro quadro: è quello che abbiamo scoperto nella zona di Largo Labia, dove sosta un container in cui un sorridente rappresentante ci ha comunicato in dettaglio i prezzi dei futuri appartamenti.
Nei numeri, l’edilizia privata ottiene ben 245.164 metri quadri in più rispetto ai precedenti piani di zona.
 
Come il PRU peggiora il “sistema della mobilità”
Quando la relazione del PRU Fidene - Valmelaina parla dell’ambizione di risolvere i problemi di connessione viaria, l’inadeguatezza della rete di trasporto pubblico e l’assenza di linee di trasporto pubblico ad alta velocità, l’esito finale del PRU scade nel ridicolo.
I finanziamenti assegnati da questo PRU per il miglioramento del trasporto pubblico sono pari a zero!  E, naturalmente, non si realizza nessuna linea ad alta velocità.
Riguardo alla mobilità, l’unica opera meritoria viene finanziata con soldi pubblici e non con nuove edificazioni private: eppure sul destino dell’opera pubblica n°1 “collegamento Fidene - Villa Spada”, che dovrebbe risolvere il problema del ristretto ponte stradale sulla linea ferroviaria Roma - Orte, aleggia un parere negativo della Direzione Regionale Ambiente e Protezione Civile.
A detta dei Fidenati più anziani, l’allargamento del ponticello (ora a senso unico alternato) è una chimera rincorsa, già in anni passati, da ogni amministrazione, forse per sedare ciclicamente gli animi dei cittadini più esasperati dal traffico. 
Inoltre si spenderanno altri soldi per il misero collegamento via Monte Massico - via Bufalotta e per una pista ciclabile Fidene - Serpentara, la quale è però già stata ampiamente realizzata.
Sotto l’aspetto dell’integrazione dei nuovi insediamenti con le infrastrutture e le abitazioni già esistenti, i punteggi attribuiti dalla Commissione Tecnica sono impietosi per molte delle dieci proposte private: su un massimo di 15 punti, la proposta privata n°1 ha conseguito  1 punto, la proposta n°2 punti 6, la proposta n°°3A punti 6, la proposta n°5 punti 2, la proposta n°6 punti 5, la proposta n°7 punti 4.
Cosa ci dicono questi punteggi così bassi? Che a Roma l’antica arte di ammucchiare case non è stata mai dimenticata. Ha solo cambiato nome e stile.
Nel nuovo millennio si chiama “connessione di tessuti urbani”.
 
Come il PRU si fa beffe del “sistema ambientale”
Il PRU ha la passione per il verde.
E’ così preoccupato per il verde che, come dice la sua relazione introduttiva, c’è la “necessità di valorizzazione delle aree verdi residue”.
Sempre secondo questa relazione, sono quindi fondamentali “l’acquisizione e la valorizzazione delle aree di pregio ambientale”.
Strano, però, che proprio il Comune di Roma dia il permesso di scaricare oltre centomila metri cubi di materiale inquinante in una zona verde, che avrebbe dovuto valorizzare proprio con il PRU (ricordate  la storia della discarica a Serpentara?).
E strano anche che siano state dimenticate le tutele previste dal piano territoriale paesistico.
In questo caso, siamo costretti a meditare in senso strettamente politico.
E’ vero che la passata maggioranza di centrodestra alla Regione Lazio ha recentemente approvato una legge sciagurata che permette di eludere i vincoli ambientali e paesistici.
E’ altresì vero che allora la maggioranza di centrosinistra al Comune di Roma, apertamente contraria a quella legge ammazzaparchi, farebbe bene a non approvare dal principio progetti di edificazione su aree verdi protette.
E, dulcis in fundo, è stata un’azione trasversale da parte di varie forze partitiche a segnare il destino delle tutele paesistiche riguardo ai Programmi di recupero urbano: nel 2004 infatti la Regione Lazio ha decretato la possibilità di applicare deroghe alle tutele previste dal Piano Territoriale Paesistico. Fatta la tutela, trovata la deroga.
Anche  le tutele ambientali previste dallo stesso PRU vengono rozzamente scavalcate:
 è il caso dell’edificazione prevista dalle proposte  n° 2 e n°11, tra via Bufalotta e via Vigne Nuove.
Tale cementificazione avviene, infatti, in un’area che proprio la Tavola di assetto del Programma di Recupero Urbano designava come “grande sistema ambientale - parco urbano”.
In tal caso, le proposte private n°2 e n°11 sembrano in aperto contrasto con l’articolo 4 del bando, secondo il quale le proposte d’intervento non possono essere localizzate su aree definite, per l’appunto, “Grandi sistemi ambientali”.
Per finire, esprimiamo alcune considerazioni sul verde che il PRU promette di lasciare ai cittadini.
Anziché tutelare i gioielli verdi del IV Municipio, ci si appresta a mortificare l’aspetto spontaneo di luoghi come il collinone alle Betulle, mentre non è affatto chiaro il destino del Casale della Torricella e del casaletto di via Gino Cervi.
Anche il verde “realizzato” dal PRU lascia gli abitanti perplessi.
La nota più importante è che le aree verdi elargite dai costruttori sono ben poca cosa rispetto al suolo che verrà cementificato e servono soprattutto ad alzare il prezzo delle abitazioni da costruire.
Inoltre sarebbe ora di tornare a un verde di vera qualità, cioè uno spazio che sia vitale e non un misero giardino iperattrezzato e di difficile manutenzione, dove l’erba ha la stessa altezza in ogni giorno dell’anno (qualche centimetro).
 E’ chiaro che le aree con valenze ambientali rischiano di essere depredate.
La conseguenza è che alla fine l’Amministrazione considera come verde di qualità il terreno che servirà da copertura di un tratto stradale sotterraneo (il passante Bufalotta - viale Kant).
E’, inoltre, siamo sicuri che qualcuno si azzarderà a frequentare il nuovo spazio verde accanto a via Prati Fiscali (4261 metri quadri di fronte a una delle strade più inquinate di Roma)?
Per concludere questo capitolo, ricordiamo che il PRU spende ben 1 miliardo e 200 milioni di vecchie lire, per sistemare l’area verde tra la Coop e via Gino Cervi (opera pubblica n°27), già sistemata appena qualche anno fa e pure attrezzata con una pista ciclabile.
 
A chi conviene il PRU
Tutti gli amministratori che sostengono la bontà del PRU Fidene - Valmelaina, ad ogni dibattito e in ogni intervista, ne esaltano il profitto economico per le casse dell’Amministrazione Pubblica.
Spesso si è anche giustificato il PRU con il fatto che, attualmente, le amministrazioni locali sono, al momento, particolarmente colpite dai tagli alla spesa pubblica praticati dal Governo nazionale attuale e che, quindi, i Comuni hanno difficoltà a cercare le risorse economiche necessarie, e quindi decidono di ampliare l’influenza dei privati nella sfera pubblica.
Si dimentica però di dire che  questo PRU è stato progettato nel 1998, e non in questa legislatura.
Inoltre al calcolo dei benefici economici di questo PRU non è seguito un calcolo dei costi, anche monetari, che la comunità dovrà pagare a causa delle conseguenze sul traffico, sulla qualità dell’ambiente e sulla salute pubblica.
Se siamo sicuri che l’Amministrazione Pubblica incasserà  75 miliardi di vecchie lire grazie alle nuove edificazioni, non sappiamo nulla a proposito dei soldi che pagheremo a causa del PRU.
Chi risarcirà quegli studenti, che per vedere ristrutturata la propria scuola, dovranno sopportare di essere accerchiati dal traffico e dal cemento?
Non risulta neanche che sia stata effettuata una valutazione d’impatto ambientale, come previsto dalle direttive comunitarie del 2000.
Ci servirà concludere citando ancora Italo Insolera, che, a proposito dei piani regolatori del ’62, ’65, ’67 , così commenta:
Amministrativamente l’acquisizione dei grandi parchi è abbastanza facile: basta redigere il piano particolareggiato che consiste in una semplice linea di confine del parco e ottenere la dichiarazione di pubblica utilità con il decreto di esproprio. Si può obiettare che a questo punto occorrono i soldi per pagare gli espropri e il Comune di Roma non ce li ha. Ma è  anche vero che il Comune aveva già allora mille cinquecento miliardi di deficit e le poche decine di miliardi all’anno occorrenti per il verde sarebbero state un’inezia. Non crediamo che sia però questo l’argomento che dovrebbe guidare la politica comunale del verde: quanto costa a tutti i romani la mancanza del verde? Perché il Comune continua a svolgere una politica urbanistica in cui gli interessi dei proprietari di aree e dei costruttori prevalgono sugli interessi della cittadinanza e applica il meno possibile gli strumenti legislativi esistenti per l’acquisizione delle aree pubbliche? Perché l’espansione di Roma continua a far affluire miliardi nelle casse dei privati invece che nelle casse comunali?”.
 
Aspetti giuridici  del PRU: la legge della giungla di cemento
Il PRU Fidene - Valmelaina è un piccolo manuale per qualunque studioso dell’urbanistica romana che voglia documentarsi sul disprezzo delle regole della programmazione del territorio.
Il mancato rispetto delle leggi urbanistiche porta all’approvazione di progetti di scarsa qualità. Specialmente in un programma che dovrebbe migliorare la qualità della vita in periferia.
Varie sono le trasgressioni rilevate e documentate non solo ai cittadini, ma anche agli amministratori.
Un’interrogazione urgente di una consigliera comunale di maggioranza, Adriana Spera, ha avuto risposta solo dopo varie settimane da parte dell’architetto Giampiero Coletti, responsabile per il Comune di Roma. La replica del Coletti annaspava: solo per citare un esempio, egli è stato costretto a scrivere che una strada contestata per la localizzazione su zona di vincolo archeologico assoluto non era stata ancora progettata in realtà, mentre in realtà fa bella mostra di sé in ogni grafico.
In breve, il PRU Fidene - Valmelaina disobbedisce sia a varie norme previste proprio dal suo bando specifico (Bando di confronto concorrenziale) sia a norme più generali, quali leggi regionali e nazionali (vincoli archeologici e paesistici, per esempio).
Riguardo alle norme di ordine amministrativo, nel PRU si concedono due aree a privati che non avrebbero il titolo per entrarne in possesso.
Il primo caso è quello dell’area comunale posta tra il viadotto Gronchi e il supermercato Coop, una parte della proposta n°7. Se il termine previsto per la presentazione delle proposte era il giugno 1998, come mai questa parte della proposta n°7 non figura ancora in un grafico del Programma Definitivo del 2000, mentre appare solo nel successivo grafico del Programma Definitivo del 2001?
E come mai è stata concessa un’area dell’ex I.A.C.P. ad un privato senza titolo? Questa manovra ha così preoccupato l’Amministrazione pubblica e l’Amministrazione dell’ATER, da costringerli ad un funambolismo burocratico, allo scopo di non far risultare quell’area come privata, ma come comunale e quindi di includerla come nuova area comunale “messa in gioco” (ma la scadenza del giugno 1998  vigeva anche per questo tipo di aree).
Alla fine, l’area è stata venduta come “privata”, anche se nella Conferenza di Servizi della regione Lazio del 26 maggio 2004 il Direttore dell’Ater Roberto Rocco afferma che “l’importo relativo alee aree in parola potrebbe esere scomputato dai contributi che l’operatore è tenuto a versare alla Amministrazione Comunale.”.
Ovvero: come acquistare un terreno ATER, cioè dell’Istituto Case Popolari, a costo zero...
Altrove, il PRU Fidene - Valmelaina non è andato troppo per il sottile.
Nella proposta privata n°5, una strada “ritenuta fondamentale per l’accesso ai nuovi insediamenti”, viene progettata, anche con evidenza nei grafici, su una zona di vincolo archeologico assoluto. Sembra sarcastico il fatto che le nuove cubature private siano giustificate con la realizzazione di un parco archeologico.
In tempi passati era considerato un abuso costruire un grande insediamento di fronte ad un’area di grande valenza archeologica. Nell’urbanistica mercanteggiata del nuovo millennio si invertono le azioni: si realizza una cementificazione selvaggia con l’alibi della creazione di un parco archeologico antistante.
Nel PRU si ricorre anche ai mezzi più scontati per scavalcare le regole, come quando il progettista privato tenta in ogni modo di assottigliare il vincolo archeologico sui propri elaborati grafici oppure ingrandisce le aree colorate a verde (senza peraltro indicare che quelle aree sono recintabili perché private).
Riguardo alle tutele ambientali e paesistiche, il PRU fa man bassa delle aree segnalate e protette sia dal Piano Territoriale Paesistico. Abbiamo già segnalato le incoerenze dei progetti N°2 e n°11 e la mancata considerazione delle tutele espresse dal Piano Territoriale Paesistico riguardo alle proposte n°5, n°6, n°7 e n°8.
E’ da notare come tutte le osservazioni qui riportate, siano state evidenziate con specifici dossier ad assessori municipali, comunali e regionali e anche in sede di Commissione comunale Lavori Pubblici.
L’Assessore alle Politiche del Territorio, Roberto Morassut, dopo aver riferito al Comitato Parco delle Betulle che, in presenza di una base giuridica, il Comune di Roma sarebbe potuto intervenire, nell’atto pratico non è mai intervenuto, consigliando al Comitato di ricorrere al TAR (bella scoperta...).
 
Il Comitato Parco delle Betulle, i cittadini e le istituzioni
Il Comitato Parco delle Betulle ha promosso un’attività di informazione sul PRU a partire da aprile 2004.
Queste sono state le attività del Comitato durante questi mesi:
- una petizione popolare con la raccolta di circa tremila firme;
- la sistemazione dei sentieri sulla collina al Parco delle Betulle;
- un’istanza presentata al Sindaco di Roma e al Presidente Regione Lazio,
insieme ad altre associazioni;
- un dossier sulle irregolarità riscontrate nel PRU, consegnato al sindaco Walter Veltroni,    all’assessore alle Periferie Luigi Nieri, all’on. Paolo Cento dei Verdi, all’on. Patrizia Sentinelli del PRC, al cons. reg. Angelo Bonelli dei Verdi;
- un libro bianco sul PRU;
- un presidio di protesta presso il Municipio IV;
- due sit-in al Campidoglio insieme al Comitato Colle della Strega - Laurentino;
- assemblee pubbliche e volantinaggi d’informazione;
- un sit-in davanti alla Regione Lazio;
- una manifestazione al IV Municipio;
- una richiesta di discussione consiliare ai consiglieri del IV Municipio;
- attività sportive, teatro per bambini e musica nel parco;
- due mostre fotografiche;
- una caccia al tesoro botanica;
- una visita guidata alle piante medicinali della collina al Parco delle Betulle;
- una catalogazione delle essenze vegetali presenti sulla collina alle Betulle;
- giornate di pulizia e potatura nel parco e sulla collina;
- tre incontri sull’educazione cinofila con un’esperta;
- un progetto di pista ciclabile Fidene - Serpentara - Nuovo Salario - Conca d’Oro - Lungotevere;
- un progetto di salvaguardia per la collina e la vallata alle Betulle con una disegnatrice di giardini  (La Città delle Volpi);
- uno studio di fattibilità per un PRU alternativo a bassa cementificazione;
- pulizia e potature in altre aree verdi del quartiere (Parco delle Magnolie, Collina della Torricella);
- interventi in trasmissioni televisive (Romauno, Teleroma 56);
- vari  articoli su giornali locali e nazionali (Repubblica, Il Giornale);
- un video sul PRU Fidene - Valmelaina;
- diverse partecipazioni ad assemblee pubbliche organizzate da altre associazioni.
Uno dei risultati più importanti che il Comitato ha ottenuto, con la partecipazione anche di altre associazioni, è stata l’opera di informazione per far conoscere l’esistenza del PRU.
In una lettera inviata al Comitato, l’Assessore comunale all’Urbanistica, Roberto Morassut, afferma che “il PRU Fidene - Valmelaina adottato dal Consiglio Comunale con Deliberazione n.10 del 10-11-01 è giunto alla stesura definitiva dopo ampie consultazioni con il Municipio IV, i Comitati di Quartiere ed altre Associazioni locali che hanno espresso in più occasioni richieste ben precise riguardanti sia le opere pubbliche che le proposte private, intervenendo in particolare modo sulle volumetrie e sulla più idonea ubicazione degli interventi stessi.”.
Di ampia consultazione parla, in una comunicazione scritta dell’Assessorato, anche l’ Assessore Comunale alle Periferie, Luigi Nieri.
La realtà è che il 99% dei cittadini sono venuti a conoscenza del PRU solo grazie alla nostra petizione e dai nostri volantinaggi.
Le consultazioni di cui parlano gli assessori Morassut e Nieri si è tenuta, con scarsa pubblicità, nel 1999, ovvero un anno dopo l’approvazione del Programma preliminare!
E poi, quali sono queste associazioni locali e comitati di quartiere che hanno potuto partecipare alle consultazioni con l’assessore Morassut?
Perché non hanno debitamente informato i residenti?
A cosa serve un comitato di quartiere o un associazione locale se esclude dalla partecipazione proprio le persone che vivono nel quartiere e incontra gli assessori in salotti appartati o in assemblee pubbliche sapientemente pilotate?
Il concetto di partecipazione viene confuso con quello di creazione del consenso.

Conclusioni
Vogliamo qui ringraziare tutti coloro che ci hanno accompagnato in quest’anno di attività.
Siamo stati felici di conoscere gli abitanti, che ai nostri banchetti ci hanno raccontato il passato del IV Municipio e le loro storie di vita.
Grazie per le sottoscrizioni che ci hanno permesso di finanziarci.
Ringraziamo tutti quelli che ci hanno prestato falciatrici, decespugliatori, rastrelli, cesoie, stoffe per le decorazioni,  amplificatori per la musica.
Ringraziamo anche il Comitato Colle della Strega contro il PRU di Laurentino (un’associazione che lotta contro un “recupero urbano” previsto sul Fosso della Cecchignola, con un progetto che va contro ogni buon senso e contro la più comune legge. Il progetto di edificazione è stato accettato dal Municipio e dal Comune di Roma, malgrado sia stato presentato con due mesi ritardo sulla scadenza prevista dal bando).
La nostra opinione sul PRU Fidene - Valmelaina, espressa con commenti ma soprattutto con la voce dei dati attraverso questo “libro bianco”, è chiaramente avversa a questo modello di sviluppo.
Conosciamo il territorio e i suoi problemi e siamo certi che questo “recupero urbano” è un passo indietro per tutto ciò che riguarda la scienza urbanistica, il ruolo del pubblico nella gestione del territorio, la partecipazione degli abitanti alle decisioni importanti, lo sviluppo sostenibile.
Ci rende ancora più tristi il fatto che, in questi tempi di crisi ambientale e abitativa, gli amministratori decidano di concedere, in undici periferie romane, altre aree ai costruttori su suoli che erano destinati in precedenza per buona parte all’edilizia popolare ed economica, ai servizi pubblici e di quartiere e al verde pubblico.
Nelle tabelle conclusive, potrete osservare le varianti del PRU al Piano regolatore per ogni periferia.
Noterete immediatamente quante aree E3 previste dai precedenti piani di zona (edilizia popolare ed economica o suoi servizi), N (verde pubblico), M1 e M2 (servizi pubblici e attrezzature di quartiere) siano state trasformate dal PRU in E1, E2 (edilizia residenziale privata) e in M2 (servizi privati).
La città continua ad essere un bene economico che viene regolato e maneggiato principalmente secondo i criteri degli interessi privati forti. L’urbanistica
Il sindaco di Roma Luigi Pianciani, il 21 aprile 1873, affermò che “in scala assai più larga del fabbricare, si procede al negoziare dei terreni, e la popolazione intanto manca di case”:
Sono passati 130 anni da quella affermazione ed essa è ancora così drammaticamente valida: l’ombra della speculazione edilizia si stende ancora minacciosa sui nuovi suoli.
E non succede solo a Roma.
Giancarlo De Carlo, un protagonista dell’architettura e dell’urbanistica di questo secolo, parla cosìo dei progetti urbani per Milano della giunta Albertini, in un’intervista al quotidiano L’Unità del 15 dicembre 2004: “”...c’è una linea, c’è un modo coerente di sbagliare, vedi gli ultimi piani di Albertini per la fiera. Si pensa a volume da collocare, non si pensa al paesaggio, si pensa per blocchi come piace agli speculatori. Se la città ne risulta avvilita e deturpata, si sappia perché”.
La terra e l’aria, che sono le prime cose che le persone imparano a condividere dal momento che nascono, sono oggetti di scambio per chi guarda alla città pensando più al gioco del Monopoli che al bene comune.
D’altronde anche nel Monopoli avrete notato come di spazi verdi ce ne siano ben pochi.
Intanto, chi recupererà questo recupero?
 (TESTI DEL COMITATO PARCO DELLE BETULLE)

Presidente Bonelli,
Il Consiglio Comunale di Roma con un voto che non gli fa onore, ha scelto fra interessi dei cittadini e quelli dei "palazzinari" di difendere gli interessi dei "palazzinari" !
VERGOGNA !!!
Pubblicheremo quanto prima l'elenco di chi ha votato questa vergognosa mozione, perchè i cittadini sappiano ! 
Intanto, tu presidente Bonelli, utilizza il voto contrario del consiglio del Municipio IV di qualche mese fa, ed il referendum su piazza Minucciano  di cui attendiamo da ieri i risultati, per opporti a quei poteri forti che al comune di Roma sono riusciti ad ottenere che in data 7 giugno 2010 il Consiglio Comunale votasse all'unanimità del presenti  un bel regalo al costruttore Bonifaci, ossia una mozione che invita il comune di Roma ad autorizzare la modifica dei 55 mila metri cubi di edilizia commerciale che cementificheranno la storica collina di Piazza Minucciano, da commerciale, "che non si vende più", a residenziale, che trova ancora qualche mercato !
  • Al Gruppo Bonifaci è stata sciaguratamente autorizzato un centro commerciale su una delle aree paesaggisticamente ancora ben conservate del Municipio, se non vuole più realizzarlo in quanto economicamente non conveniente non lo realizzi, ma nulla di di diverso deve essere realizzato ! 
  • Per il perseguimento di quale interesse pubblico dovrebbe essere autorizzata una tale variazione da commerciale a residenziale, che metterebbe fra l'altro in definitiva crisi la viabilità della zona ?

1 commento:

vale-tork ha detto...

1 dicembre 2011
da giorni operari al lavoro per sondare terreno

è successo qualcosa di nuovo?