giovedì 23 settembre 2010

COSA C'ENTRANO LE DIMISSIONI DI ALESSANDRO PROFUMO DA UNICREDIT CON IL QUARTIERE TALENTI DI ROMA ? C'ENTRANO, CENTRANO, PERCHE' PROFUMO,, UOMO VICINO AL PD, E' STATO LEGATO DA ANNI ANCHE A ROMA A NUMEROSI "AFFARI" SPONSORIZZATI DA GRANDI COSTRUTTORI, CON EMBLEMATICO IL SOSTEGNO CONCESSO AD OLTRANZA AL GRUPPO LIGRESTI, SITUATO AL CROCEVIA DI UNA SERIE DI GRANDI AFFARI CON IL MONDO DELL'EDILIZIA ROMANA, TORRI DELL'EUR E EX MERCATI GNERALI. UNA NOSTRA ANALISI

Chiunque nei giorni scorsi abbia aperto una televisione ed abbia visto un TG -anche non addetto ai lavori- si sarà reso conto dell'enorme spazio dato dal mondo dell'informazione alla vicenda delle dimissioni da Amministratore delegato della più grande banca italiana -UNICREDIT- l'unica veramente internazionale, di Alessandro Profumo, a suo tempo votante in ben due primarie del PD, fra cui quella del 2007 in cui si era candidata con Rosi Bindi anche la moglie Sabrina Ratti.
A parte alcuni approfondimenti del TG di La7 le cause delle dimissioni sono state attribuite dalla maggior parte dei commentatori alla mancata informazione da parte di Profumo del presidente  Rampl  e  dell'intero Consiglio di Amministrazione di Unicredit sulla crescita ad oltre il 7% dell'azionariato da parte di due soggetti riconducibili al governo libico, la Banca Centrale Libica, ed il Fondo Sovrano Libico L.I.A., salito con l'ultimo acquisto di inizio agosto del 2% sino al 7,6%, rendendo così lo stesso governo libico principale azionista singolo di Unicredit.
Quanto accaduto,  di cui Profumo si era dichiarato poco plausibilmente non al corrente nè responsabile, aveva provocato il forte allarme della fondazioni bancarie del nord presenti nell'azionariato di Unicredit (CariVerona, CRT-Torino, Compagnia di S. Paolo, Cariplo, Cassamarca-Treviso), nonchè un forte intervento della vigilanza creditizia di Banca d'Italia con richiesta di spiegazioni alla banca, essendosi superato il limite del 5% !

Prima di qualche utile commento proponiamo una adeguata  rassegna stampa, iniziando dal Corriere della Sera di ieri mercoledi 22 settembre 2010, articolo di Federico De Rosa dal titolo: "Ribaltone Unicredit: i soci sfiduciano Profumo, le deleghe a Rampl".
Desumiamo dall'articolo alcuni dati utili per il successivo commento:
  • Profumo è stato difeso solo dal governatore della Banca di Libia e da Salvatore Ligresti, per la difesa del cui impero pericolante, a cui appartiene nel Municipio IV la tenuta della Cesarina, posto al crocevia di grandi affari anche con i palazzinari romani (vedi altro nostro approfondimento ), il gruppo Unicredit si è speso sino in fondo, forse al di là del ragionevole, come abbiamo segnalato in un precedente nostro approfondimento;
  • ha votato contro le dimissioni solo il consigliere indipendente Lucrezia Reichlin, figlia di Luciana Castellina e di Alfredo Reichlin, a suo tempo "Ministro ombra dell'Economia del  Governo Ombra del PCI, ed una delle colonnedi quel partito.
La presa di posizione ufficiale del Corriere della Sera è invece affidata ad un fondo pubblicato in copertina, dell'autorevole Francesco Giavazzi, dall'inequivocabile titolo: "Un errore, grave" (qui di lato a sinistra), da cui desumiamo altri elementi qualificanti.
  • Secondo Giavazzi NON è stato il disaccordo fra Profumo e Fondazioni Bancarie del nord a portare alle dimissioni, "la Libia è solo un pretesto", ma bensì la profonda differenza di vedute fra l'idea di Profumo di una banca internazionalizzata e la più ridotta dimenzione locale delle fondazioni.
  • Tuttavia le preoccupazioni delle fondazioni appaiono ragionevoli, a fronte del gravissimo allarme diffusosi proprio a livello locale nell'opinione pubblica per i gravissimi danni provocati dalla mancanza di seri controlli proprio nell'economica internazionalizzata.
A tali preoccupazioni, grossolanamente tradotte da Bossi in "la gente ci chiede di prenderci le banche, e ci prenderemo le banche", intendeva ed intende rispondere l'attaccamento delle fondazioni stesse alla dimensione locale ed al radicamento territoriale degli istituti di credito, gravemente attenuatosi -con le drammatiche conseguenze economiche a livello locale- proprio a seguito della citata internazionalizzazione, dell'inadeguatezza dei controlli, e della conseguente crisi dei Subprime americani, (mutui immobiliari concessi in assenza delle necessarie garanzie, poi trasformati in strumenti finanziari diffusi in tutto il mondo con la complicità delle grandi agenzie di rating internazionale), di cui ancora oggi Unicredit resta probabilmente ben imbottita, magari nelle sue controllate dell'Austria e dei Balcani, nonostante il fatto che abbia rifiutato i prestiti del Ministero dell'Economia -i cosiddetti Tremonti bonds- accettati da altre banche, forse allo scopo di rassicurare il mercato.
Proprio di tali drammatiche  preoccupazioni delle società locali per i gravissimi limiti dell'internazionalizzazione economica dà conto un altro articolo dello stesso Corriere della Sera, di Sergio Bocconi, dal titolo:
"Il retroscena: il pressing di Tremonti sulle fondazioni, un errore cambiare, la banca sia stabile". 
Dall'articolo apprendiamo che:
  • Alessandro Profumo, oltre che dal PD e da La Repubblica, che ha addirittura attributo il suo siluramento ad una manovra Berlusconi-Geronzi (vedi fondo in copertina di La Repubblica del 22 settembre qui a destra), è stato invece difeso da Giulio Tremonti, che del governo Berlusconi è il potentissimo Ministro dell'Economia, a testimonianza dell'esistenza alle spalle di Profumo di un ampio background di potere ampiamente bipartizan, ossia schierato sui due fronti del mondo politico, a destra e a sinistra ! 
  • Lo stesso Profumo "è stato  protagonista di recente di almeno un paio di operazioni che a Tremonti stanno molto a cuore...la prima l'adesione al fondo di social housing promosso dal Ministero dell'Economia  attraverso la Cassa Depositi e Prestiti, fondo destinato cioè all'edilizia sociale", e che dovrebbe disporre di risorse superiori ai 2 miliardi (!!!), per metà messe a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti (ossia drenando le risorse del risparmio postale che dovrebbero invece finanziarie prevalentemente opere pubbliche degli enti locali !), e per il resto raccolte attraverso l'adesione appunto di Unicredit, Intesa-Sanpaolo,  Allianz, Generali, e delle casse previdenziali private (aggiungiamo noi: privatizzate, ma ancora del tutto afferenti al settore pubblico ! Ed inoltre già tirate per i capelli dal potere politico a partecipare a FIMIT SGR e ad altre iniziative di valorizzazione immobiliare in corso ! Ed inoltre così messe a grave rischio di non poter far fronte in futuro ai loro compiti previdenziali, ossia volgarmente di pagarci le pensioni !)
  • 2 miliardi per filantropia dell'attuale governo nei confronti delle quote deboli della popolazione gravate dalla crisi e dal gravissimo problema della casa? Vogliamo scherzare ? Dobbiamo crederci ? Sarebbe bello, ma quel che pare più plausibiile è che si tratti invece di  una corposa iniziativa anch'essa sorretta da un ampio fronte bipartizan PER DARE UN CORPOSO AIUTO AL SETTORE DELL'EDILIZIA, considerando che -se l'iniziativa fosse motivata realmente solo da veri obiettivi sociali- il social housing si potrebbe fare benissimo riutilizzando -SENZA ULTERIORI CEMENTIFICAZIONI E CONSUMI DI TERRITORIO- il tanto già costruito ed invenduto che viene attualmente proposto dai grandi protagonisti dell'edilizia  sul mercato senza grandi risultati !
  • Infine, nell'articolo del Corriere della Sera dedicato al pressing di Tremonti sulle Fondazioni si segnala che "in consiglio ha prevalso l'evidente deterioramento del rapporto di fiducia degli azionisti (di Unicredit) nei confronti dell'amministratore delegato", ossia lo stesso Profumo !
In conclusione di quest'ampio panorama va notato che in questo deterioramento hanno fortemente contato:
  • l'imponente esposizione sui Subprime dovuta al fallimento di Lehman Brothers, a cui hanno fatto seguito il fortissimo calo di valore patrimoniale dell'azienda Unicredit e la prima ricapitalizzazione;
  • l'altrettanto imponente esposizione nel settore del credito immobiliare, di cui sono stati evidenti segnali il sostegno dato a spada tratta a Salvatore Ligresti sin quasi al dimissionamento dello stesso Profumo, i tanti fronti aperti su una miriade di interventi di "valorizzazione immobiliare" sparsi per l'Italia, ed infine quest'ultimo poderoso impegno per finanziarie il sopra descritto piano di social housing garantito dallo stesso Profumo al Ministro Tremonti, e che probabilmente -ma per il momento dobbiamo solo supporlo- il consiglio di amministrazione ha ritenuto eccessivo, specie in questo momento di gravissima crisi del settore immobiliare !
  • Da ultimo l'irritazione delle Fondazioni del Nord e del presidente Rampl per il potente ingresso dei Libici nell'azionariato della banca (oltre il 7%), ma a questo punto probabilmente a Profumo potevano  non restare più alternative, ossia o il denaro fresco portato in gran quantità dai Libici, oppure una possibile gravissima crisi !
Insomma:
  • con Profumo difeso sino all'ultimo da un'inedita allanza Tremonti-PD, sconfitta dal potere emergente delle Fondazioni bancarie del nord;
  • con le Fondazioni che sentono sul collo il fiato di popoli dolorosamente colpiti dalla selvaggia crisi economica internazionale e dal sovente incestuoso rapporto fra banche e grande edilizia;
-quel che infine emerge con forza è che per i nostri "palazzinari" romani ed italiani è ormai finita l'epoca di quella disponibilità quasi senza confini di risorse finanziarie -portata a livelli mai visti con il sistema della leva finanziaria- che Unicredit aveva ereditato dall'acquistata Banca di Roma e da Geronzi, con i suoi pluridecennali rapporti con il mondo dell'edilizia romana.
E che con questa situazione debbano al più presto fare i conti appare evidente dalla strada molto difficile in cui si stanno incamminando i tentativi per salvare una delle più grandi immobiliari  italiane, impegnata a Milano nell'area Ex Falck e a S. Giulia, che vedevano impegnato in prima persona proprio lo stesso Unicredit, ossia Risanamento di Luigi Zunino, schiacciata da 3 miliardi di debiti, tentativi nel cui ambito qualcuno avrebbe avuto finanche la bella idea di "far erogare alle banche (come mucche da mungere) "500 milioni di capitale , 272 milioni per garantire l'uscita agli obligazionisti, e altri 210 milioni (per ora) tra rifinanziamenti e cancellazioni di fidejussioni varie", costringendo così le banche ad aumentare "la loro (già imponente) esposizione di un miliardo pur di tenere in vita una società che non ha dipendenti, marchi, clienti, rete di vendita, o fornitori,:ha solo immobili".
FOLLE, INCREDIBILE, MA SI VENDANO QUEGLI IMMOBILI E SI VADA A VEDERE E A SCOPRIRE IL GRANDE BLUFF CHE E' STATO COSTRUITO PER ANNI DALL'INNATURALE RAPPORTO CREATOSI FRA BANCHE E "PALAZZINARI", perchè questi non sono altro che palazzinari !
Ec infatti i tentativi di salvare Risanamento stanno probabilmente  e fortunatamente incamminandosi verso un drammatico epilogo, ossia il fallimento....(vedetevi e leggetevi bene, cliccandoci sopra, TUTTO l' articolo di Repubblica-Economia del 18 settembre 2010, qui a destra riportato  ).
Ma quante situazioni alla Risanamento restano ancora nascoste nel segreto delle banche e dei consigli di amministrazione delle società ?
A fine anno vanno in scadenza ben 10 miliardi di finanziamenti "bullet" concessi dalle banche ai grandi costruttori....Da Ligresti alle altre forti esposizioni debitorie del settore, ora, da qui ai prossimi mesi, ne vedremo delle belle...

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