domenica 12 dicembre 2010

ASSUNZIONI DI FAVORE NELLE MUNICIPALIZZATE DEL COMUNE DI ROMA: ERANO INIZIATE BEN PRIMA DI ALEMANNO GIA' CON LA GIUNTA VELTRONI

FONTE: http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_dicembre_12/parentopoli-rimpasto-puo-aspettare-roma-18158308683.shtml

ROMA - Alemanno torna sul caso Parentopoli e assicura: chi è stato assunto illegalmente dovrà lasciare il posto di lavoro. Intanto proseguono le prove tecniche di rimpasto. Ma, per mettere mano alla giunta, il sindaco della Capitale dovrà aspettare il voto di fiducia sul governo: gli equilibri nazionali sono delicati, ogni mossa li può alterare. La Procura di Roma si appresterebbe ad estendere le indagini su Parentopoli fino al 2004, acquisendo anche i contratti stipulati da Acea negli ultimi sei anni.
Gli ex Forza Italia fanno muro intorno a Marco Corsini, assessore all’Urbanistica. Sabato mattina Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera, ha chiamato il sindaco per blindare l’assessore: se cadesse, per Alemanno si aprirebbe un problema politico. Sergio Marchi, invece, sembra vicino alle dimissioni. Il terzo a ballare è Fabio De Lillo: per lui si aspetterà il passaggio sul voto al governo.
VIA I PARENTI RACCOMANDATI - Chi è stato assunto illegalmente deve lasciare il posto di lavoro, ha detto domenica il sindaco di Roma parlando del ciclone che ha investito le municipalizzate capitoline. «Accettiamo la sfida del cambiamento. Ma chi ha sbagliato dovrà pagare - ha precisato nel corso della manifestazione del Pdl in sostegno del Governo - e se qualcuno è stato assunto illegalmente dovrà lasciare il posto di lavoro».
Acclamato dai suoi sostenitori Alemanno ha «assunto un impegno» a introdurre «regole nuove». «Dobbiamo imporre concorsi in ogni contesto pubblico in cui si assume. Da gennaio per la prima volta avremo norme così ferree - ha aggiunto - che neppure l'ultimo degli assunti potrà avere l'ombra del dubbio sulle sue spalle». Alemanno ha poi attaccato il centro-sinistra: «Ora potremmo dire che queste sono cose che accadono o che la sinistra faceva molto peggio, ma non seguiremo questa strada». E ha ricordato che la sua Giunta «ha stabilizzato 2.000 precari delle Giunte precedenti, gente che non abbiamo assunto noi, ma che da anni aspettava un lavoro stabile».
AMICI DEGLI AMICI NEL PD - Intanto dopo le assunzioni all’Atac degli ultimi due anni, durante la giunta di centrodestra guidata da Gianni Alemanno, si comincia ad indagare sui posti di lavoro assegnati agli «amici degli amici» dal 2004 al 2008, quando il governo del Campidoglio era nelle mani del centrosinistra di Walter Veltroni. E dopo l’azienda per i trasporti pubblici locali, tocca all’Ama, la municipalizzata per la raccolta dei rifiuti. La bufera Parentopoli si allarga sempre di più, almeno per quanto riguarda l’inchiesta della magistratura: tanti, troppi i boatos e i bisbigli su «corsie preferenziali» assegnate a questo o a quel congiunto, alla fedele collaboratrice di tante esperienze politiche o ai figli di chi sta vicino al potente di turno, a parenti o «sponsorizzati» di sindacalisti.
La sede di Acea, azienda  per l'energia controllata dal Comune di Roma
La sede di Acea, azienda per l'energia controllata dal Comune di Roma
SEI ANNI DI CHIAMATE DIRETTE - Il procuratore Giovanni Ferrara ha deciso di allargare gli accertamenti
agli ultimi sei anni di contratti di Atac e Ama e lo stesso potrebbe accadere, da un momento all’altro, per quelli di Acea: un limite temporale determinato da una linea di confine invalicabile, quella della prescrizione degli eventuali reati commessi in precedenza. L’inchiesta già lunga e difficoltosa — finora ristretta agli 854 dipendenti contrattualizzati dal 2008 in poi dall’azienda che gestisce bus e tram — si preannuncia così ancor più complicata. Sono diventate alcune migliaia le posizioni personali da passare al vaglio per stabilire se siano state regolari le procedure che hanno portato alle assunzioni: un calcolo esatto, almeno allo stato, è impossibile.
L'assessore Sergio Marchi con il sindaco (Eidon)
L'assessore Sergio Marchi con il sindaco (Eidon)
FASCICOLI AI CARABINIERI -Ma certo è che i carabinieri del Reparto operativo della Capitale
(che da lunedì dovrebbero cominciare ad acquisire nelle sedi delle società i fascicoli degli impiegati e i regolamenti alla base degli iter amministrativi applicati nelle fasi precedenti alle assunzioni) si troveranno di fronte a un’enorme mole di documenti da passare al setaccio: la scelta del procuratore di procedere a verifiche bipartisan è la conseguenza delle polemiche incrociate e delle accuse reciproche tra centrodestra e centrosinistra negli ultimi giorni.
ESTRANEO ALLE ASSUNZIONI - In Campidoglio, se prima a ballare nel rimpasto di giunta messo in moto da Parentopoli erano in tre, ora sono rimasti in due: l’assessore alla Mobilità e quello all’Ambiente. Il terzo nome, quello di Marco Corsini (che, al contrario degli altri due, non è stato sfiorato dalla vicenda delle assunzioni), è stato di fatto «depennato» dalla telefonata di Cicchitto. Un intervento, quello del capogruppo Pdl alla Camera, che è bastato a «blindare» la posizione del titolare dell’Urbanistica.
Letti i giornali, infatti, Cicchitto si è subito attivato. Corsini fa parte del suo «correntone» — quello degli ex Forza Italia, che fa riferimento anche a Gianni Sammarco e Antonio Tajani — e gode della fiducia degli ex azzurri. Nel colloquio con Alemanno, Cicchitto è stato molto chiaro: se salta Corsini, si apre un problema politico per il sindaco. Che, naturalmente, specie in questo momento, non se lo può permettere...
Alemanno con l'assessore all'Ambiente Fabio De Lillo (foto Omniroma)
Alemanno con l'assessore all'Ambiente Fabio De Lillo (foto Omniroma)
DIMISSIONI SPONTANEE - Di sicuro, la sorte degli altri due assessori — Marchi e De Lillo — sembra segnata
. Alemanno dal primo — che fa parte della sua componente e che è stato indicato da Vincenzo Piso, coordinatore regionale e vero regista (insieme a Francesco Aracri) delle politiche sui Trasporti in città — si aspetta adesso un passo indietro. E, in qualche modo, nei colloqui di questi giorni glielo ha fatto capire. Ma per De Lillo, per nulla intenzionato a lasciare l’assessorato all’Ambiente, è diverso. E, anche qui, contano gli interessi nazionali. Il fratello, Stefano, è senatore e per la fiducia al governo Berlusconi serve anche il suo voto. Fino a quella data, anche Fabio è «blindato». Dopo però, Alemanno ne deciderà la sorte.
Redazione online  - articoli di Menicucci e Haver e altri servizi a pagina 20 e, in Cronaca di Roma, alle pagine 2 e 3, sul Corriere della Sera
12 dicembre 2010

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