È evidente che le linee B2 e B1 della metropolitana di Roma saranno affette dalla grave penalizzazione della biforcazione di Piazza Bologna.
Tale penalizzazione inficerà la capacità di trasporto di entrambe le linee, ma soprattutto quella della B1, giacché la B2 serve la stazione romana dell'Alta Velocità e pertanto, con ogni probabilità, si cercherà di favorire il traffico su quest'ultima rispetto alla prima.
Al fine di rendere efficiente il servizio offerto dalla B1 è pertanto necessario eliminare la deleteria biforcazione (frutto di un vero e proprio macroscopico "errore di progettazione") realizzando un attestamento di corrispondenza tra due linee (la B e la B1) indipendenti.
Risulta intuitivo che la soluzione ideale è rappresentata dall'attestamento della B1 in corrispondenza della stazione Tiburtina (a tale scopo basti pensare alla stazione Termini; nessuno avrebbe mai pensato di realizzare la corrispondenza tra le linee A e B presso le stazioni Repubblica, Vittorio, Cavour o Castro Pretorio, perché la sede più idonea per la corrispondenza è rappresentata dalla stazione ferroviaria!).
Sugli organi di informazione di questi giorni compaiono però sempre più frequentemente notizie relative alla "Vendita di Pezzi di Roma Tiburtina".
Un esempio è fornito dalla notizia riportata sul sito 06blog.it), ma anche l'articolo odierno del quotidiano Cinque Giorni mostra come le Ferrovie stiano "facendo cassa" con la vendita a pezzi dei terreni dello scalo ferroviario tiburtino.
Sorge perciò spontanea la domanda seguente: "Non sarebbe meglio aspettare un attimo prima di vendere tutti i pezzi di Roma Tiburtina?". Almeno fino a quando non sarà stato studiato il progetto per un attestamento della B1 presso quella stazione.
Pensarci dopo potrebbe essere deleterio. Una mancanza di spazi renderebbe infatti molto costosa una realizzazione che, con le condizioni attuali, potrebbe risultare invece molto economica.
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