sabato 13 ottobre 2012

ALTRA VERGOGNA ITALIANA !!! LA RACCOLTA DI FONDI PER L'EMILIA Romagna Ai terremotati neanche un centesimo degli sms Raccolti 15 milioni, ma la Protezione civile spiega che i tempi tecnici per farli arrivare a chi ne ha bisogno sono lunghi



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Non credo che ci sia bisogno di commenti, vero?

LA RACCOLTA DI FONDI PER L'EMILIA Romagna
Ai terremotati neanche un centesimo degli sms
Raccolti 15 milioni, ma la Protezione civile spiega che i tempi tecnici per farli arrivare a chi ne ha bisogno sono lunghi
LA RACCOLTA DI FONDI PER L'EMILIA Romagna
Ai terremotati neanche un centesimo degli sms
Raccolti 15 milioni, ma la Protezione civile spiega che i tempi tecnici per farli arrivare a chi ne ha bisogno sono lunghi
Gli sms «solidali» erano stati inviati prontamente ma, in Emilia, il denaro non è ancora arrivato. Si tratta di oltre quindici milioni di euro donati da migliaia di italiani a favore delle popolazioni terremotate attraverso i telefoni cellulari e la rete fissa: due euro per ciascun messaggino al numero 45500, dal 29 maggio al 10 luglio scorsi. Com'è possibile che a oltre tre mesi dalla seconda violenta scossa non si sia ancora visto un euro, considerata l'urgenza della ricostruzione? Cioè, perché questa grande distanza fra lo slancio e la tempestività di chi versa pensando ai bisogni di una terra in ginocchio e la lentezza di chi quell'aiuto deve trasformarlo in moneta disponibile?
Finale Emilia, uno dei luoghi simbolo del terremoto (Ansa) La risposta è una sola: burocrazia. «Purtroppo l'iter non si può comprimere più di tanto, se si vuole assicurare trasparenza», allarga le braccia Franco Gabrielli, capo della Protezione civile e, soprattutto, diretto interessato a una rapida soluzione della strana vicenda. Gabrielli ci ha infatti messo la faccia sulla campagna di raccolta fondi straordinaria, essendo la stessa il frutto di un accordo fra l'Emilia Romagna e la Protezione civile nazionale e avendola lanciata in termini chiari: «Il ricavato verrà versato sul nostro fondo», garantiva.
Dove sono finiti, dunque, quei quindici milioni? «Innanzitutto una precisazione sulla cifra - spiega un suoi tecnico - I 15 milioni non sono versamenti ma promesse di versamento. La differenza è sottile ma decisiva. Nel senso che i vari gestori (Tim, Vodafone, Wind eccetera) prima di versare alla Tesoreria dello Stato l'importo corrispondente agli sms, devono effettivamente incassare la cifra. Io posso anche inviare un messaggio ma se poi per qualche ragione non lo pago, il gestore non versa». I tempi si allungano, quindi, perché la riscossione è lenta. Al di là delle schede prepagate ci sono infatti contratti e bollette legati al buon fine dell'operazione. Cosicché al momento nelle casse di Bankitalia risultano depositati per l'Emilia poco più di 7 milioni di euro, nemmeno la metà di quelli ipotizzati. Che poi è il risultato della piccola odissea di quel semplice sms: gestore, centro fatturazione, smistamento, Banca d'Italia, dipartimento della Protezione civile e contabilità speciale del Commissario straordinario che nel caso dell'ultimo sisma sono i tre governatori interessati: Vasco Errani per l'Emilia, Roberto Formigoni per la Lombardia e Luca Zaia per il Veneto. Da qui verrà versato ai Comuni che hanno presentato i progetti prescelti. Insomma, un lungo cammino. «Ritengo però che questa procedura - cerca di rassicurare Gabrielli - anche temporalmente differita, garantisca scelte ponderate e ragionate sulle reali esigenze del territorio».
Ma cosa ne pensano i Commissari delegati che operano fra le macerie e non vedono i denari promessi, dopo aver deciso il piano di riparto (Emilia 95%, Lombardia 4,5% e Veneto 0,5%)? In Emilia Errani ha «delegato» la spiegazione ad Angelo Rughetti, direttore nazionale dell'Anci e responsabile dell'Ufficio di coordinamento istituzionale nell'ambito della struttura del Commissario: «A dire il vero Gabrielli è sempre stato molto esplicito: i tempi saranno medio lunghi perché c'è una cornice di buona riuscita che va garantita. Certo, si potrebbe studiare per il futuro una semplificazione in modo che i versamenti finiscano in un canale parallelo e diretto ma credo che si stiano facendo le cose per bene. Noi abbiamo già mandato alla Protezione civile un elenco di comuni con le varie esigenze. Tutti gli interventi finiranno in una database che si chiama Trasparenza donazioni, in modo che ci sia una tracciabilità totale dei versamenti e il Comune si impegna a seguire gli appalti rendicontando la spesa». Dal Veneto Zaia con il suo 0,5% è quasi disinteressato: «Per noi sono 75 mila euro, se permette sto pensando alla partita da 6 miliardi che ho in ballo col governo. In ogni caso, è scandaloso che ci sia burocrazia sulla solidarietà». Gabrielli non ci sta: «Si vuole evitare, come accaduto nel recente passato, che in alcuni comuni a natalità zero si realizzino degli asili».
Andrea Pasqualetto

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